20 settembre 2017

Recensione, LA FIGLIA MASCHIO di Patrizia Rinaldi

Un grazie immenso a chi mi ha fatto scoprire questo romanzo e questa autrice. Una delle cose più intelligenti che abbia mai fatto è stato aprire questo piccolo spazio virtuale. Sarò anche poco social, sarò anche distratta e non sempre presente, ma prima di essere una blogger sono una lettrice e trovare romanzi belli e autrici talentuose è la sola cosa che mi sta veramente a cuore.
Detto questo, passo e chiudo.

LA FIGLIA MASCHIO di Patrizia Rinaldi

| Edizioni E/O | pag. 162 | € 16,00 |

Una vacanza in apparenza convenzionale cambia la vita di quattro persone. Al ritorno da un viaggio in Cina, Marino, un imprenditore criminale, tornerà con un bottino che per lui somiglia all'amore. Sua moglie Felicita non riuscirà più a restare nella noia e nelle menzogne, analizzerà con cinismo il suo matrimonio bianco e con la risorsa dell'autoironia sceglierà di dirsi quello che è diventata, quello che non vuole essere più. Sergio, un inetto e affascinante dipendente dell'imprenditore criminale, scoprirà di saper combattere per quello che riconosce come il suo ultimo amore di carne e mistero. Una ragazza cinese senza identità, che non è stata dichiarata al momento della nascita come circa venticinque milioni di neonate connazionali, sceglierà di non essere più vittima della politica del figlio unico e di molto altro: da martire diventerà predatrice e userà senza pudore il corpo, le culture, la determinazione e qualsiasi altra avventura per salvarsi la vita.
Voto:
 

Marino è il migliore. E non perché glielo dicano, ma perché lo sa. Spietato imprenditore, marito traditore, amico fasullo. Di buono ha ben poco, ma il suo ego e la sua stima gli dicono tutt'altro. Ama mettersi alla prova tanto quanto ama mettere gli altri in difficoltà, è sempre sul pezzo, ma pure ai migliori capita di distrarsi. Durante un viaggio in Cina incontra Na, e per la prima volta non sa tenere a bada lo sbalzo sismico che gli sconquassa le viscere. La vuole. In tutti i modi possibili, razionali e non. Questa giovane donna intrappolata nel corpo di una bambina gli manda in frantumi ogni convinzione, e ne aveva tante Marino, tutte ben salde, tutte collaudate, le migliori ovviamente.
Marino vuole Na perché lei scappa, perché non è come tutte le altre donne che gli si offrono senza ritegno; Na risveglia in lui l'istinto della caccia, la smania predatoria, l'uomo che sua moglie ha seppellito con gli anni e la noia.
La strappa così dalla sua Terra, gliene offre un'altra, e solo sfogliata l'ultima pagina si capirà di come quel viaggio ad Hangzohu abbia rappresentato un giro di boa non soltanto per loro due.
Quattro capitoli, quattro voci che attraverso diversi punti di vista portano a galla gli eventi nella loro più tragica e dura verità.
Scopriremo che Felicita non è esattamente una donna risucchiata dall'ingombrante personalità del marito, che Sergio non era un amico poi così succube e che dietro alla giovane vestita solo di lunghi capelli neri, dietro a quella bellezza terribile e al contempo magnifica, si nasconde una donna cresciuta in cattività che vuole vendicarsi del tempo che le è stato strappato.
Pochi i dialoghi, tante le immagini immortalate dalle parole dure e incisive di Patrizia Rinaldi. Ed è grazie al suo linguaggio forte, visivo e a una psicologia che sviscera i personaggi in ogni angolo e in ogni crepa, che ho amato questo libro dalla prima riga.
Ci sono storie che ti scavano dentro poco alla volta, altre che ti bucano immediatamente e La Figlia Maschio fa parte di questa seconda categoria. Bello in modo crudele. Le parole non lasciano scampo, feriscono in modo quasi sadico, e nonostante tutto, nonostante il dramma indicibile che si cela nel titolo, questo romanzo ha la forza di una poesia; è come un canto che andrebbe tramandato, una preghiera da recitare, una condanna da incidere nella pietra.
Patrizia Rinaldi mi ha stregata, non c'è dubbio. Una ricerca stilistica mai banale e un linguaggio capace di andare dritto al punto senza fronzoli o inutili giri di parole hanno reso un romanzo già forte di per sé, un'esplosione di contrasti. Non c'è mai un solo lato della medaglia. Non c'è mai una sola strada da percorrere.

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14 settembre 2017

Recensione, LA MACCHINA DEL TEMPO di H. G. Wells

Lettori bentrovati, oggi nuova recensione e si parla di classici. Tornata dalle ferie ho dovuto riprendere la solita routine e mi serviva una lettura "sicura" così mi sono buttata su Wells che da ragazzina avevo adorato con L'Uomo Invisibile (in foto vedete la mia vecchissima edizione Newton). Pronti a fare un salto nel futuro?

La Macchina del Tempo di H. G. Wells

| Newton Compton | € 5,90 | pag. 288 | 

Creatore di veri e propri miti destinati a durare nel tempo, Wells ottenne uno straordinario successo, che dura tuttora ininterrotto, perché i progressi della conoscenza e della tecnica non hanno minimamente intaccato la capacità di emozionarci, esaltarci o spaventarci davanti a queste mirabili storie. In "La macchina del tempo" appare per la prima volta un mezzo meccanico in grado di trasportare avanti e indietro nel tempo chi sappia maneggiarlo. Un gentiluomo inglese, scienziato dilettante, racconta agli amici il suo viaggio nel lontano futuro che è riuscito a realizzare attraverso quest'ingegnosa macchina. Negli esseri creati in laboratorio dal Dottor Moreau rivive l'incubo della creatura di Frankenstein...
Voto:

La Macchina del Tempo è il quarto classico di un 2017 che mi sta portando sempre più spesso a guardarmi indietro anziché in avanti. Con il romanzo di H. G. Weels ho potuto fare entrambe le cose colmando oltretutto una lacuna imperdonabile dal momento che è proprio con la trasposizione cinematografia di questa opera che si è consolidata la mia smodata passione per i time travel. L'Uomo Che Visse nel Futuro del 1960 è forse uno dei miei cult preferiti, ed ero davvero curiosa di scoprire in cosa si differenziasse dal romanzo. Non tanto a dire il vero, tranne che Hollywood, per rendere la trama più appetibile, ci ha infilato dentro la classica storia d'amore di cui a Wells fregava sicuramente zero.

Scritto nel 1895 racconta la storia di un eccentrico inventore di cui non ci è mai dato sapere il nome (probabilmente H. G. Wells in persona!) che attraverso la scoperta della quarta dimensione ha capito come poter viaggiare nel tempo, ma sembra che nessuno dei suoi amici gli creda finché una sera, trafelato e con abiti sporchi, non rientra a casa asserendo di essere stato per otto giorni nel 802.701 Dopo Cristo.
E così inizia l'incredibile racconto di un viaggio senza pari, il racconto di un mondo solenne, abitato da uomini intellettualmente evoluti che hanno saputo sottomettere la natura con l'intelligenza e l'istruzione. È questa la prima impressione del Viaggiatore, che crede di trovarsi in una situazione di agio e sicurezza, in un mondo bellissimo e bizzarro in cui piccole creature, esserini glabri non più alti di un metro, si esprimono attraverso un linguaggio a lui sconosciuto. Scoprirà ben presto la totale inettitudine di questo popolo (gli Eloi) capace solo di mangiare frutta, bagnarsi nel Tamigi, accoppiarsi e dormire. L'umanità del futuro è decadente e priva di stimoli e nella mente del protagonista poco alla volta prendono forma le teorie più disparate su come possa essersi evoluta (o meglio, involuta) la specie. Solo Weena sembra capace di provare qualcosa - riconoscenza - perché dopo che il Viaggiatore la salva dalle acque davanti all'indifferenza totale dei suoi simili, si trasforma in una sorta di cucciolo che non vuole abbandonare il suo padrone (nel film invece è una formosa bionda in grado di far perdere la testa a George...).
Non mancano continui parallelismi con la realtà del XIX Secolo (la perdita dei valori, le spaccature sociali tra ricchi e lavoratori, l'eterno conflitto uomo/macchina), e il panorama diventa ancora più abietto con la scoperta dei Morlock, gli abitanti del sottosuolo. Poco alla volta, in un costante crescendo di suspense, quello che prende forma è un romanzo assolutamente innovativo, originale, a tratti cinico, precursore addirittura del genere steampunk. Un romanzo che ha goduto di un successo immediato nonostante i numerosi cambiamenti che Wells non smetteva di apportarvi; un'iniziale pubblicazione a puntate non ha impedito al pubblico di appassionarsi immediatamente all'argomento, l'allievo di Thomas Henry Huxley (Il Mondo Nuovo) aveva talento e la fantascienza trovava nuove radici.

"Che peccato che lei non sia uno scrittore di romanzi!" esclama un amico del Viaggiatore del Tempo dopo averlo ascoltato. Be', lo era. E se per un fortunatissimo caso non vi siete mai imbattuti nel film, leggete questo gioiellino, ve lo godrete come non mai, in caso contrario scoprirete qualcosa che nella pellicola hanno omesso. Cosa ci sarà dopo l'anno Ottocentomila?

L'Uomo che Visse nel Futuro (1960)




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11 settembre 2017

Liebster Award 2017

Liberi di Scrivere mi ha taggata per il premio e nonostante non partecipi quasi mai a queste iniziative per mera pigrizia, oggi ho pensato bene di fare uno strappo alla regola (in parte).


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Promuovo La Leggivora. Se amate il romance, e chi lo recensisce senza peli sulla lingua, non potete perdervi il blog di Poschina. Io mi scasso dalle risate!

Rispondi alle domande
  1. Preferisci leggere di giorno o di sera?
    Preferirei leggere la sera, ma ultimamente sono così stanca che dopo tre pagine crollo. Invece la mattina, in corriera, è il momento in cui mi butto a capofitto tra le pagine di un libro. E guai a chi mi toglie quei quaranta magici minuti.
  2. Cosa scatta dentro di te quando decidi di iniziare a leggere un libro?
    D'istinto direi la "speranza". Spero sempre che il libro che sto per iniziare possa diventare uno dei miei must, ma visto che sono una rompipalle criticona capita raramente.
  3. L’autore più trascurato, ma che tu da sempre adori.
    Mhhh... quando si parla di autori di thriller psicologici si nomina sempre Wolf Dorn, ma a mio avviso Sebastian Fitzek è molto meglio. E in tanti ancora non lo sanno ;)
  4. Un motivo per cambiare opinione
    Uno solo? Io adoro cambiare opinione!
  5. Narrativa o Saggistica?
    Narrativa, anche se ci sono dei saggi che adoro, soprattutto quelli a sfondo storico/criminale.
  6. Il più grande scrittore di tutti i tempi.
    Amo troppi scrittori per citarne uno solo.
  7. Ascolti musica mentre leggi, o preferisci il silenzio?Non ascolto mai la musica mentre leggo, ma non ho nemmeno bisogno del silenzio totale. So isolarmi alla grande!
  8. Cosa non sopporti di leggere in un libro?
    Non sopporto quegli autori che per far breccia nel cuore dei lettori parlano di argomenti sociali forti senza sapere realmente di cosa stanno scrivendo. Non mi piace chi vuole vincere facile insomma.
  9. Hai mai pianto leggendo un libro?
    Certo che sì. Piangere è fondamentale per me. Quando ho letto Il Cavaliere d'Inverno è intervenuta la protezione civile per salvarmi dalle acque...
  10. Il film più bello tratto da un romanzo.
    Big Fish di Tim Burton. Quando il cinema supera la letteratura.
  11. La poesia più bella che hai letto. (Citami alcuni versi).
    La prima che mi viene in mente è di Pablo Neruda "T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,t’amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti"
Undici cose su di me
  1. Sono una gattara.
  2. Odio cucinare praticamente tutto tranne piadine, tigelle, crescentine, pizze e cheesecake. 
  3. Tengo il 99% delle mie cose in disordine, tranne i libri.
  4. Sono una fanatica di piatti, tovaglie, bicchieri e - udite udite - tovaglioli di carta. Di questi ultimi ne compro in quantità, basta che siano colorati, originali, di tendenza e chi più ne ha più ne metta.
  5. Amo l'estate solo quando sono in vacanza, altrimenti viva la copertina, la tisana e il caminetto accesso.
  6. Odio il rosa, eppure mi ci sono tinta i capelli.
  7. Adoro il diy (do it yourself) e ultimamente sono in fissa con il card making (basta sbirciale il mio profilo instagram e capirete xD)
  8. Sono pigra. Tanto pigra. 
  9. Non amo serie e saghe. E questo vale sia in ambito letterario che televisivo.
  10. Faccio un lavoro che da 1 a 10 mi soddisfa -5.
  11. Abito in una valle e non tornerei in città per tutto l'oro del mondo. (oddio, non proprio, ma il concetto credo sia chiaro!)
Adesso dovrei taggare altri blog e fare nuove domande, ma qui casca l'asino, perché io premio - come sempre  - tutti (la pigrizia ha il sopravvento, oltre che la paraculaggine). Se avete voglia di farvi conoscere o semplicemente di raccontarvi un po' ai vostri lettori, partecipate!!!

4 settembre 2017

Recensione, LA FIDANZATA di Michelle Frances

Buongiorno lettori, oggi si riparte con le review e il primo libro di cui vi parlo è il titolo che mi ha tenuto compagnia durante la prima parte della mia vacanza. Una vacanza iniziata non proprio al top, ma per fortuna ero in buona compagnia!

La Fidanzata di Michelle Frances

| Casa Editrice Nord, 06/072017 | pag. 443 | € 16,90 |

Laura sa di essere una madre iperprotettiva e - in fondo - gelosa di suo figlio Daniel, un brillante neolaureato dal futuro luminoso. Cosi, quando Daniel le presenta la sua nuova fidanzata, Cherry, lei si impone -di essere gentile e addirittura invita la ragazza per qualche giorno di vacanza nella villa di famiglia a Saint-Tropez. Ma tutti i suoi buoni propositi vanno in frantumi quando scopre che Cherry si fa riempire di regali e, soprattutto, ha mentito a Daniel riguardo al suo passato e al suo lavoro. E poi c'è sempre quella sgradevolissima sensazione che Cherry nasconda un lato oscuro e che stia tramando per metterla in cattiva luce col figlio. No, Laura non può rimanere a guardare mentre una spregiudicata arrampicatrice sociale cerca di rubarle Daniel. Deve agire. Ma sta per commettere un errore imperdonabile... Cherry odia la sua vita. E adesso, finalmente, ha la possibilità di riscattare tutte le umiliazioni subite in passato grazie all'amore di Daniel. Un ragazzo ricco, bello, generoso. Peccato che tra lei e la felicità ci sia ancora un ultimo ostacolo: l'invadente, onnipresente Laura. Cherry è convinta che, dietro un'apparenza di sorrisi e buone maniere, Laura la disprezzi e sia disposta a tutto pur di tenerla lontana da Daniel. E allora l'unica soluzione è screditarla, farla apparire come una madre paranoica e pericolosa agli occhi del suo stesso figlio. Sì, sarà proprio Daniel l'alleato più prezioso per rendere l'esistenza di Laura un inferno. E per conquistarsi così la vita da favola che lei ha sempre sognato...
Voto:
 

Estate, vacanze, mare, ombrellone e, ovviamente, thriller.
La Fidanzata è il romanzo che mi ha tenuto compagnia durante il viaggio verso la Calabria e, ahimè, anche durante la mia breve e penosa malattia. Senza farla troppo tragica, sappiate che appena ho messo piede sulla punta dello stivale mi sono beccata una bella congestione, ma nemmeno la nausea, la febbre e altro che non sto qui a specificare, mi hanno fermata. Sono rimasta in catalessi per due giorni, ma nei momenti di veglia a farmi compagnia c'era il romanzo d'esordio di Michelle Frances.
I thriller psicologici sono uno dei miei generi preferiti e amo follemente gli antieroi. Amo odiare i personaggi e devo dire che Cherry, con il suo prepotente bisogno di non stare mai un passo indietro a nessuno, è entrata con tutti gli onori nella mia best hate list.
Anche Laura, l'ipotetica futura suocera, ha rischiato di farle compagnia. Troppo chioccia, troppo mamma, troppo presente. Una donna realizzatasi esclusivamente in ambito professionale che negli anni ha tentanto di lenire il dolore per il fallimento del suo matrimonio prodigandosi perché al figlio non mancasse mai nulla. D'altronde una madre sa sempre di cosa ha bisogno il suo bambino. Be' sì, ma non quando si parla di un uomo. Daniel è l'oggetto del desiderio. Giovane, bello, con un promettente futuro da chirurgo; vizia le sue donne impedendo loro di stare al proprio posto e se Cherry lo vuole a tutti i costi perché rappresenta l'occasione della sua vita, il mezzo attraverso il quale potrà seppellire il suo miserabile passato sotto gioielli scintillanti e abiti firmati, Laura tende spesso a dimenticare che un figlio non è un investimento o una proprietà, ma un essere umano.
E così, dopo le presentazioni ufficiali, dopo imbarazzanti tentativi di andare d'accordo, l'eterna lotta nuora/suocera ha inizio e si sa, in guerra e in amore tutto è lecito.
Non aggiungo altro perché pur essendo un thriller non c'è assolutamente nulla da scoprire, ma quello che ti porta a sfogliare ininterrottamente le pagine è l'insano bisogno di vedere fino a che punto si spingeranno le due donne. Cherry, con la sua forza vitale quasi minacciosa, userà ogni arma in suo possesso per impedire a Daniel di scorgere la verità, ma forse il colpo basso più infimo, la crepa che squarcerà il muro, sarà opera proprio da Laura.
Solo il finale ho trovato troppo veloce e poco coraggioso, dopo aver creato personaggi talmente imperfetti, contaminati dal mal di vivere e dal troppo amore, Michelle Frances poteva osare di più e forse lo squarcio che mi aveva aperto nel petto non si sarebbe rimarginato così in fretta. Però un esordio decisamente valido. Anche un po' contagioso. E decisamente nocivo.

P.S. Visto che durante le vacanze ho visto pure mia suocera, state tranquilli, sta bene e gode di ottima salute. Per ora.

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