30 maggio 2016

Wish List #3

Accumulare libri è una malattia comune a ogni lettore che si rispetti, ma i casi sono due: o ci vendiamo un rene e ci diamo agli acquisti folli, o impariamo a centellinare le spese a discapito di una wish list chilometrica.
Oggi vi mostro i titoli che voglio leggere, ma la cui mole mi spaventa. Razionalmente lo so benissimo che un romanzo corposo, quando è bello, ti può lasciare molto di più di un titolo "sottiletta", ma il problema non sono il numero di pagine, ma i chilogrammi. Io i libri me li porto sempre in giro... leggo sui mezzi pubblici, la mia borsa già di suo sembra contenere tre cadaveri, e insomma... dopo chi me lo paga un fisioterapista?
Ma bando alle ciance, veniamo a noi.


 

Shantaram. Oltre mille pagine in cui Gregory David Roberts si racconta al lettore. Condannato a diciannove anni di carcere per rapina a mano armata, riuscirà ad evadere e vagherà in nove Paesi differenti commettendo altri reati, invischiandosi con la mafia, recitando in film bollywoodiani e andando in guerra... Una vita che sembra impossibile, ma che è stata realmente vissuta, e i romanzi che coprono lunghi archi temporali solitamente hanno degli echi indissolubili. Per questo voglio leggerlo. Perché storie così parlano di sofferenza, felicità, amore, passione, dolore, ingiustizia. Storie così ti marchiano per sempre. 
Prendete Il Cavaliere d'Inverno di Paullina Simons (697 pagine) o It di Stephen King (1248 pagine). Sono libri che mi hanno reso la lettrice che sono e sono titoli che userò sempre come metro di paragone per giudicarne altri.
Alla fine, è questo che mi aspetto da un testo "importante"; voglio che entri a far parte di me, voglio che mi porti a idolatrare l'autore e a voler leggere qualsiasi cosa di suo.
Piccolo appunto. Sempre per Neri Pozza è da poco uscito il seguito di Shantaram, L'Ombra della Montagna, che - tranquilli - non ho messo in wish list perché conosco ancora il significato della parola "decenza". Ma per un attimo sono stata tentata... :)

Con I Luminari, Eleanor Catton ha vinto un Man Booker Prize e il suo romanzo conta circa 970 pagine. Un altro bel mattone, non c'è che dire.
In questo caso la trama mi ispira meno, ma è un dato quasi ininfluente, molto spesso le poche righe di quarta copertina dicono tutto e niente.
La storia di Walter Moody, un cercatore d'oro che vuole fare fortuna in Nuova Zelanda, nasconde una miscela esplosiva di colpi di scena e suspense, almeno così si legge nel web, e io, nonostante non veda l'ora di scoprirlo, aspetterò l'edizione economica... se mai arriverà. Insomma, 28,00 euro son soldi, ca**o! Devo vendere qualche dente, oltre che a un rene...

 

La Fonte Meravigliosa di Ayn Ran (quasi 700 pagine) è un romanzo degli anni Quaranta da cui è stato tratto l'omonimo film  con Gary Cooper e Patricia Neal. Film che fortunatamente non ho mai visto, ma che non credo possa compromettere il piacere della lettura.
L'autrice racconta la storia di un architetto dalle idee anticonformiste che pur di non scendere a compromessi coi suoi committenti si ritrova a lavorare in una cava di marmi, perché come dice "io non costruisco per avere clienti, io cerco clienti perché voglio costruire."
Un libro sull'individualismo, la morale, l'etica, l'integrità. Un libro con personaggi assolutamente moderni che non vogliono piegarsi, che lottano per quello in cui credono con forza e tenacia. Un libro che voglio leggere assolutamente.

E adesso ecco un libro che ho in wish list di cui non vado affatto fiera: Nord e Sud. Non per il libro ovviamente, ma perché non l'ho ancora letto nonostante sbandieri sempre ai quattro venti quanto io ami i classici... be', questa è una grave mancanza, me ne rendo conto *si cosparge il capo di cenere*
Però qualcosa a mia discolpa posso dirla. Ho letto alcune critiche nei confronti di una traduzione non all'altezza dello stile della Gaskell e addirittura alcuni fan affermano che le due trasposizioni di Nord e Sud curate dalla BBC (una del 1975, l'altra del 2004) sono migliori del romanzo stesso.
Ovviamente per avere un'idea tutta mia devo solo farmi forza e buttarmi tra le oltre cinquecento pagine del libro... che dite? Posso farcela?

Adesso tocca a voi.
Avete letto questi romanzi?
Avete altri libri che superino le 500 pagine da consigliarmi?
Io sono qui. Penna alla mano, orecchie in modalità radar 8)

27 maggio 2016

Fotografie in Re Maggiore - BlogTour #1

Buongiorno a tutti! Oggi dò il via, con questo post, al Blogtour di una giovane autrice,  romana di nascita, ma belga d'adozione (anzi, per amore!). E cosa poteva scrivere Claudia Bresolin se non un libro che parlasse di sentimenti? In Fotografie in Re Maggiore troverete la storie di due donne completamente diverse che si raccontano ad altre donne attraverso il lavoro, la quotidianità, la vita di coppia
Come ben saprete io raramente partecipo a blogtour o giveaway, ma in questo caso ho voluto fare uno strappo alla regola, per due motivi.
1) Solitamente in palio gli autori esordienti/emergenti mettono (giustamente) una copia del loro romanzo, mentre Claudia ha preferito rendere gratuito l'ebook fino al 24 Giugno. Ok, non sarà un romanzo cartaceo, ma è comunque s
egno di una grande voglia di farsi conoscere e di voler entrare nelle case e nel cuore di quante più lettrici possibili. 
2) Dal momento che non esiste blogtour che si rispetti senza un piccolo premio, si è impegnata a realizzare cinque segnalibri per voi. Insomma, un'idea semplice, ma carina, perché quale lettrice d.o.c. non ha un bisogno insano e primordiale di possedere quanti più segnalibri possibili? 8)


Titolo: Fotografie in Re Maggiore
Autore: Claudia Bresolin
Editore: Lettere Animate Editore
Data di pubblicazione 2 marzo 2016
Pagine: 415
Prezzo: 1,49 Euro (GRATUITO DURANTE IL BLOGTOUR) 
Facebook https://www.facebook.com/Fotografieremaggiore3/
Blog: http://claudiab-diario.blogspot.be/
Link d’acquisto: Amazon - Feltrinelli - Kobo


Trama
La loro amicizia è perfetta, invidiabile, eppure molti aspetti dei loro caratteri sono opposti, Livia è sicura di sé, non esita a esprimere la propria opinione, Elisa è timida, pacata.

Quello che, però, contrappone davvero Elisa e Livia è la loro concezione dell’amore e la felicità che cercano in esso:

Elisa è “romantica”, nel senso letterario di romanticismo, per lei l’amore deve essere totale, per sempre, deve togliere il respiro, deve essere l’unica cosa che conta davvero e se questo implica sofferenze e lacrime poco importa, ogni sofferenza per amore è sublime. Elisa ha una storia decennale con Andrea, l’amore del “Vissero per sempre”... ma anche del “felici e contenti”?

Per Livia l’amore rappresenta la felicità del momento trascorso insieme all’altro, ma questo non deve limitare, deve essere un sentimento di leggerezza che non deve scadere in abitudine, noia o complicazioni. Livia si destreggia tra un amore clandestino con il musicista Leo e la semplicità nella nascente passione con Mattia... si possono amare due persone contemporaneamente e sfuggire alle complicazioni?
Da qui iniziano le storie di Elisa e Livia, dal loro diverso approccio alla realtà che le porta a reagire in modo differente ai diversi avvenimenti che le coinvolgono; dai compromessi che le due sono pronte a fare per raggiungere ciò che vogliono.

Biografia
Claudia Bresolin è nata a Roma nel 1984. È laureata in Dams e in Linguistica e letteratura italiana. Durante un periodo di studio in Spagna ha incontrato il suo compagno, un fiammingo di Bruges. Nel 2007 si trasferisce in Belgio, dove oggi vive con la sua piccola famiglia italo-belga e dove insegna lingua italiana. Da sempre ama raccontare storie, attraverso la scrittura, ma anche con dipinti e fotografie.


* * * PRESENTAZIONE * * *

Che genere è Fotografie in Re Maggiore?
Chi sono Elisa e Livia?

Una delle prima domande che viene posta su un romanzo è "di che genere si tratta?
Un romanzo che ha protagoniste femminili viene facilmente definito rosa, romance, sentimentale...
Le relazioni amorose delle protagoniste di Fotografie in Re Maggiore sono fondamentali, però la relazione principale del romanzo è quella tra Elisa e Livia.

Allora è un chick-lit?

Un po’, ha molti tratti umoristici, si parla di cocktail, si parla di moda e di scarpe... ma accanto a questi momenti leggeri, ci sono molti momenti introspettivi e riflessivi delle protagoniste. Non siamo a New York, siamo in Italia, a Roma... forse si potrebbe tradurre “chick-lit” e farne un genere più italiano: “letteratura per pollastre”? Non proprio un genere dal nome appetibile...
In fondo le protagoniste femminili non sono tutte uguali, come non sono tutte uguali le donne.

Chi sono allora Elisa e Livia?

Elisa e Livia sono due amiche-coinquiline. Elisa ha studiato al conservatorio canto e pianoforte, ma ha paura di esibirsi in pubblico, voleva un lavoro nel mondo della musica, ma l’unica cosa che ha trovato è un lavoro come commessa (in nero) in un negozio di strumenti musicali. Cerca la poesia nella realtà di tutti i giorni, cosa non sempre facile. Livia invece è soddisfatta del suo lavoro in una piccola casa editrice, nel tempo libero si dedica alla fotografia, una passione che non sente di poter praticare a livello professionale.
Gli interessi di Elisa e Livia possono essere gli stessi di molte che stanno leggendo ora: adorano leggere, guardano molti film, seguono tante serie tv fino ad esserne “dipendenti”. Adorano bere tè, ma non disdegnano di certo i cocktail. Livia mangia il gelato anche in inverno, Elisa può mangiare solo quello di soia, perché è intollerante ai latticini, al glutine, etc etc.
Intorno a loro ruota la vita di tutti i giorni: lavoro, famiglia, amicizie e problemi sentimentali.
Forse Elisa e Livia sono semplicemente due giovani donne come molte altre, in cui alcune possono ritrovarsi, e “Fotografie in Re Maggiore” è semplicemente un romanzo che parla di due giovani donne, scritto da una donna per altre donne.

Le prime righe del romanzo...
Morii così.
Con una piccola ansia viva sotto la pelle. Nulla d’importante in fondo.
Nulla di cui preoccuparsi, se si tralascia che mi portò alla morte.
Sì, sarei morta così: d’ansia. Di stupide preoccupazioni, d’incertezza. Di pazzia. Perché, se si potesse morire d’imbarazzo, io ne sarei certamente una vittima.
Ansia cronica immotivata, sarebbe la mia malattia.
C’era nata” direbbe il medico: “L’ho subito notato dai primi esami, in ogni cellula si poteva notare un non so che d’insulse inquietudini”.


Per ricevere a casa uno dei cinque segnalibri messi in palio da Claudia, non dovete far altro che lasciare i vostri dati qui sotto.
Semplice, veloce, indolore ;)

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Potete (se vi va)
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25 maggio 2016

Preacher, considerazione episodio 1


Mamma mia... e chi lo credeva possibile che Preacher sarebbe diventato una serie tv? No dico... Preacher. Quello di Garth Ennis. Quello in cui si impreca, si tirano giù tutti i santi dal Paradiso e non c'è una sola cosa buona e giusta.
Be', con le dovute rivisitazioni, l'episodio pilota è passato ai controlli e ne sono usciti altri nove. Dieci in tutto.
Questa prima stagione, sviluppata per la AMC da Seth Rogen, Evan Goldberg e Sam Catlin, in America è in onda dal 22 Maggio; è ovvio che sia troppo presto per giudicare, ma un paio di considerazioni si possono fare, anzi direi che sono d'obbligo 8)


A interpretare Jesse Custer, il prete con poca vocazione e molti demoni a tormentarlo, è Dominic Cooper che avevo già apprezzato nella miniserie Fleming - Essere James Bond, in cui aveva il ruolo da protagonista.
Sinceramente l'ho trovato ben calato nella parte: colletto bianco, birra alla mano, sigaretta in bocca e un orecchio ben poco teso verso le confessioni dei fedeli. Jesse tenta di onorare una promessa fatta al padre prima di morire, ma come parroco di Annville, una piccola cittadina del Texas, è un vero schifo.
Il fumetto inizia con una forza sovrannaturale che distrugge la chiesa in cui stava celebrando messa infondendogli il Verbo, ovvero il dono di possedere la volontà altrui, mentre nella serie tv è una delle scene finali, cosa parecchio logica, trattandosi in origine di un episodio pilota. Un episodio più di presentazione che di altro.
Capiamo subito quanto questo Ministro del Signore abbia poca dimestichezza con prediche e sermoni, ma scopriamo anche quanto gli abitanti del paese, nonostante si ritrovino tutte le domeniche in chiesa, siano decisamente poco cattolici tra le mura di casa.
E qui è arrivato il primo dubbio. Garth Ennis non si è mai soffermato su questi personaggi secondari, anche perché la "cosa" che distrugge la chiesa fa fuori l'intera congregazione, eppure gli sceneggiatori hanno pensato bene di spiare dal buco della serratura di diverse famiglie... perché? Forse perché Jesse non lascerà Annville, ma tenterà di dare un senso alla sua permanenza nella ridente cittadina? Santo Cielo... spero di no! Perché Preacher ha una trama on the road in continuo movimento con una forte componente western che verrebbe sicuramente a mancare se fosse interamente ambientato in un cavolo di buco di paese! No, no e ancora NO! Insomma... Preacher è la storia di un trio poco canonico alla ricerca di Dio. E non in senso spirituale, ma proprio letterale. Chiaro? E quando si cerca qualcuno si alza il culo dalla sedia e ci si mette in marcia, ok?
Dopo la prima perplessità (che spero sia solo campata in aria, anche perché mi stavo parecchio riscaldando), passiamo alla seconda. Tulip O'Hara, l'ex fidanzata di Jesse.


Allora, io già non ero d'accordo che da bionda tettona fosse diventata mulatta con una seconda di reggiseno (ma la taglia è veramente un dato ininfluente, era tanto per fare la pignola), ma non ci siamo proprio a livello di caratterizzazione. Tulip è una donna con le palle quadrate,  ma è anche piena di fragilità, si capisce fin dalle prime tavole quanto ami ancora Jesse e quanto abbia sofferto per la fine della loro relazione. Ruth Negga invece più che interpretare un personaggio dalle mille sfaccettature è la personificazione di una macchina da guerra. Azione a mille. Sentimento sotto la suola degli anfibi.
Insomma... in una delle prime scene la vediamo costruire un bazooka con delle lattine di caffè e tirare giù un elicottero... vogliamo parlarne?!
Al contrario Joe Gilgun è assolutamente fighissimo! Il vampiro Cassidy è sempre stato il mio personaggio preferito e continuerà ad esserlo. Ironico, insolente, bastardo dalla testa ai piedi, e divertente come pochi. La scena in cui affonda una bottiglia spaccata in due nello stomaco di un pilota e poi la apre per distillarsi un po' di salutare sangue è galattica! Insomma #iostoconcassidy e ho detto tutto.


Poco o niente si sa per ora, del povero (si fa per dire) Eugene Root, detto Arseface, in italiano "faccia di c**o". Il perché di questo amorevole soprannome non è difficile immaginarlo, basta guardarlo. Il ragazzo, patito di Kurt Cobain, ha tentato di imitarne il suicidio sparandosi in bocca ma fallendo miseramente, e questo è il risultato.


Di Preacher si sono gettate le basi e io sono pronta a raccogliere i frutti.
Sono curiosa di vedere fino a che punto gli sceneggiatori decideranno di edulcorare il tutto. Alcune modifiche trovano sicuramente il mio consenso. I tratti duri e decisi di Steve Dillon (disegnatore ) e Glen Fabry (copertinista) sono stati ammorbiditi, lo stesso Eugene che nella graphic novel sembra un vecchio con un piede nella fossa adesso ha i connotati dell'adolescente nonostante sia sfigurato; a Jesse hanno sistemato quel cespuglio boccoloso alla Michael Jackson, e i vestiti anni '80 sono stati sostituiti con qualcosa di più attuale. Ci sono anche cellulari, ipad, computer. Condivido tutto. E che dire... a parte le perplessità già espresse sono contenta che Preacher sia finito sul piccolo schermo. Dopo tante false illusioni, dal film che doveva vedere James Marsden protagonista, alla serie tv annunciata da HBO nel 2006 e annullata nel 2008, spero che questa sia la volta buona. Ma se hanno deciso di ballare che ballino davvero! E chi ha letto l'opera di Ennis sa cosa voglio dire.
Per ora promuovo l'episodio sulla fiducia.

P R E A C H E R 

| Stati Uniti d'America, 2016 | Episodi: 10 da 60' |






Alla prossima 8) 

21 maggio 2016

Recensione, UNA VALIGIA PIENA DI SOGNI di Paullina Simons

Lo sapete che una "brava" blogger non pubblica mai di sabato e domenica? Soprattutto se il week end cade in primavera o in estate (è risaputo che c'è un calo di visualizzazioni non indifferente)! Ma io brava non lo sono mai stata, e adesso sento troppo il bisogno di condividere con voi il mio pensiero sull'ultimo romanzo di Paullina Simons, Una Valigia Piena di Sogni.
Essendo una recensione è priva di spoiler, ma aspettatevi un post in cui vi dirò vita morte e miracoli su Johnny Rainbow.
Buona lettura <3

Una Valigia Piena di Sogni di Paullina Simons

| Harper Collins, 12/05/2016 | pag. 530 | € 14,90 |
Un giorno dovrai scegliere tra ciò che credi di desiderare e ciò che desideri sul serio. Allora capirai cos’è l’amore. Chloe e Mason, Hannah e Blake. Due coppie, due fratelli, due migliori amiche. Il viaggio dopo il diploma è l'occasione a lungo sognata per vivere una nuova avventura insieme prima che le loro vite prendano strade diverse. La meta è Barcellona, ma prima devono fare tappa in alcune città dell'Europa dell'Est per onorare una promessa di famiglia. E qui, tra i tesori di una terra che muove i primi timidi passi dopo il crollo dei regimi comunisti, Chloe incontra Johnny Rainbow, un misterioso ragazzo americano che gira il mondo con la chitarra sulle spalle, un sorriso sulle labbra e un oceano di segreti negli occhi.
Con lui i quattro amici attraversano in treno il vecchio mondo, da Carnikava a Treblinka, da Cracovia a Trieste, in un viaggio indimenticabile che li porta nel cuore dell'Europa e nell'oscuro passato di Johnny... Un viaggio che rischia di far saltare i progetti di Chloe per il futuro, che la costringe a mettere in discussione tutto ciò che era convinta di volere, che spoglia di ogni falsità il suo legame con gli amici di una vita finché non le rimane che un'unica certezza: comunque vada a finire, dopo questo viaggio le loro vite non saranno più le stesse.
Voto:

Se avete seguito i miei vaneggiamenti sul blog e su facebook sapete già quanto questo romanzo mi abbia messa alla prova. Probabilmente era assurdo anche solo pensare che stringere tra le mani un altro libro di Paullina Simons avrebbe significato rivivere quelle emozioni - potenti e devastanti - provate con la trilogia del Cavaliere d'Inverno, ma quando un'autrice ti ha coinvolto fino al midollo compromettendo il giudizio di qualsiasi lettura romantica "post Tatiana e Alexander", credo sia normale.

Lone Star è un romanzo che inizia molto lentamente e che per certi versi si potrebbe definire di formazione; il percorso di Chloe, la protagonista, si focalizza prevalentemente sui suoi quasi diciotto anni e su una torrida estate del 2002 che le porterà via l'innocenza in cambio di un'intera vita da vivere in pochi giorni. Barcellona doveva essere il regalo per il diploma, il viaggio perfetto da condividere con la sua migliore amica Hannah e i loro fidanzati, Blake e Mason, ma al di là di ogni previsione non ci saranno risate, nacchere, balli e spiagge, ma bugie, segreti e rancori che verranno a galla travolgendo la loro esistenza, che giovane non sarà mai più.
Dopo, niente sarà come prima.

Il problema è che prima di arrivare al momento di svolta, la cara Paullina ci delizia con duecentocinquanta pagine di tutto e niente. Dalle motivazioni a mio avviso poco chiare che spingono la famiglia di Chloe a farla partire a patto che cambi il suo itinerario e si faccia un bel giretto in Lituania e Polonia tra campi di sterminio e orfanotrofi, all'incontro con Johnny Rainbow, un ragazzo tutto fascino e distruzione.
È lui il cuore di un mistero che si cela dietro un nome fatto di sole, pioggia e colori. Johnny che risponde per enigmi, che non si separa dalla sua chitarra, che incanta il mondo con una profonda voce d'angelo e tenta di ingannare la vita con cordialità. Un vagabondo, un piantagrane, un mosaico di gioia, estasi e terrore. Vicino a lui tutte le certezze di Chloe andranno in frantumi, perché l'amore è così, irrazionale e spaventoso, incondizionato e privo di argini.
Non piangere, dice Johnny, la vita è bella.
Paullina Simons non ci ha mai abituati a storie semplici e personaggi perfetti, ed è chiaro fin da subito che la maggior parte delle relazioni hanno crepe e veleno.
I quattro amici che ci vengono descritti all'inizio non trasmettono nemmeno per un attimo unione e forza. Non sono dei moschettieri pronti a tutto l'uno per l'altro, ma quattro individui cresciuti insieme che non hanno il coraggio di prendere ognuno la propria strada.
Nel loro rapporto c'è la paura di crescere, il disagio del non sapere chi sono e cosa vogliono diventare. Solo Blake, con il suo essere grossolano, sciatto e istintivo, non inganna, non indossa maschere, non recita nessuna parte. Lo stesso non si può di dire di Hannah, frivola, superficiale, annoiata; di Mason che sembra indifferente a qualsiasi cosa; e anche di Chloe che nonostante i suoi silenzi nutre l'infondata convinzione che il tempo non distruggerà le cose, ma le sistemerà.
Poi c'è Johnny Rainbow. Un tassello che si aggiunge alle vite dei personaggi che ci hanno accompagnato per tre libri. Il Cavaliere d'Inverno, Tatiana e Alexander, Il Giardino d'Estate. Un tassello che non mancava, ma che porta con sé un piccolo eco.
Non lo nego. Nonostante la frustrazione iniziale, la lentezza narrativa e il voto non eccelso, la figura di Johnny Rainbow è come un respiro mozzato.
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Nota: I commenti rilasciati a questo post, saranno visibili anche nella pagina del sito dedicata alla recensione.

16 maggio 2016

Weekly Recap #143

Weekly Recap nasce dalla voglia di non parlare solo delle mie new entry libresche, ma anche di altre piccole curiosità settimanali. Libri che ho adocchiato, un estratto che mi ha particolarmente colpito, un film che ho visto, e così via. Un po' come fanno alcuni blog con la rubrica Clock Rewinders on a Book Binge [X - X]. Ma tutto senza regole. Un po' alla cavolo insomma. Sostituisce In My Mailbox.

Buonasera a tutti!
Oggi giornata di recap, così facciamo quattro chiacchiere tra amici ^_^
Ho un po' di cose di cui ciarlare e probabilmente non riuscirò a dirvi tutto quello che mi frulla in testa, ma intanto partiamo... e direi di partire dalle new entry.

New Entry


Il romanzo più atteso, desiderato, agognato, bramato, insomma, quello su cui ho sbavato ogni singolo minuto, dal momento in cui ne hanno annunciato la pubblicazione a quello in cui l'ho stretto tra le mani, credo lo sappiate tutti, è Una Valigia Piena di Sogni di Paullina Simons.
E' anche il libro che ho in lettura e sono circa a metà... volete sapere cosa ne penso finora? Mhh... no che non lo volete sapere. Ho detto no. Fidatevi. Non. Lo. Volete. Sapere.
Va bene, ve lo dico u.u
Premettendo che è scritto bene, che la penna della Simons è sempre curatissima, che le pagine scorrono via senza particolare noia... mi duole dirlo, ma al momento è anni luce lontano da quel capolavoro che è Il Cavaliere d'Inverno. E giuro, piuttosto che scrivere una cosa del genere preferirei prendere una porta in faccia, mi sento come se stessi tradendo la mia autrice preferita, ma a pensarci bene è lei che mi ha tradito :( Insomma, in un romanzo di oltre cinquecento pagine può succedere ancora di tutto e la mia opinione si potrebbe ribaltare completamente, ma al momento il mio pensiero è questo. Spero tanto, tanto, tanto di sbagliarmi.

Passiamo oltre. Le altre nuove entrate, oltre che prossime letture, sono Lost Star di Claudia Gray e Dentro Soffia il Vento di Francesca Diotallevi. Il romanzo di Francesca in realtà l'ho letto l'anno scorso mentre era in fase di stesura, ma per recensirlo come si deve voglio riassaporarlo pagina per pagina. Che dirvi, è un titolo Neri Pozza 100%. Delicato, elegante, ricercato <3

Ringraziamenti "Dentro Soffia il Vento"

Mi sono anche un po' commossa quando nei ringraziamenti ho letto il mio nome. Fra'.. non dovevi <3 Tra l'altro quella prima stesura di cui parli io l'adoravo (tu no, lo so xD), ricordo benissimo quando la protagonista non si chiamava Fiamma ma Ester e invece di fare "magie" nei boschi, ballava ed era sposata con Raphael...

Di Lost Star vi avevo già  parlato nel post con le uscite del mese, ed è il classico titolo che fa scalpitare la fangirl che è il me. Un romanzo "ufficiale" di star wars è quello che mi ci vuole, non vedo l'ora di viaggiare alla velocità della luce, di impugnare una spada laser, di incontrare uno jedi e combattere contro l'Impero. Prevedo lacrime e sangue, prevedo anche un finale tristissimo visto che in quarta copertina vengono citati Romeo e Giulietta, ma guerre stellari non ci ha mai abituati agli happy end, bensì ai finali epici. E va bene così.

Ultimo romanzo, recuperato tramite uno scambio, è Vango - un principe senza regno - di Timothée de Fombelle.
Purtroppo questo è il secondo libro di una duologia su cui ho messo gli occhi da secoli, ma di cui mi manca ancora il primo volume. Se qualcuno ce l'ha ed è interessato a uno scambio, io sono qua! :)

Le Mie Letture

  

Velocissimo recap delle mie ultime letture.
De La Morte delle Api di Lisa O'Donnell parlerò presto nella rubrica "recensioni in pillole", ma su Facebook già vi avevo anticipato qualcosa, giusto per farvi capire quanto questo romanzo, nonostante le apparenze, sia pieno di veleno.
Racconta la storia di due sorelle che seppelliscono i genitori in giardino per evitare che gli assistenti sociali le separino. Mentalmente ringraziano la madre per essersi impiccata nel capanno e maledicono il padre per essere schiattato in camera da letto; portare un cadavere giù per le scale non è affatto semplice. Tirano avanti con un po' di sesso a pagamento e qualche traffico illecito, ma l'aiuto di un anziano vicino omosessuale sarà determinante.
Un titolo traboccante di cattiveria, rabbia, ironia e rassegnazione. Da leggere.

Lei Che Ama Solo Me di Mark Edwards l'ho già recensito (qui) ed è un thriller che mi ha tenuto compagnia in modo piacevole e intrigante. Forever invece (recensito qui) è stato una mezza delusione. Personaggi poco approfonditi, ambientazione tratteggiata per sommi capi, pathos quasi del tutto inesistente. Sigh... 

  

Room, pubblicato in precedenza con il titolo (bellissimo) Stanza, Letto, Armadio, Specchio, l'ho letteralmente divorato. Delicatissimo e commovente. Il piccolo Jack, che non conosce il male e non sa cosa sia la cattiveria, ci racconta una favola di amore assoluto e condivisione totale, ma tra le righe c'è l'orrore della prigionia e la violenza di un uomo su una donna. Recensito qui.

La Ragazza del 6E, qui la recensione, l'ho assolutamente promosso per lo stile di Alessandra Torre, molto meno per la storia dichiaratamente scopiazzata da Dexter. Ma il problema non è questo, il problema è che tutti gli eccessi scritti e ripetuti dopo un po' vengono a noia, e il giallo non prende come dovrebbe. 
E per finire Una Valigia Piena di Sogni di cui vi ho già anticipato qualcosa sopra. Restate sintonizzati che a breve lo recensirò... intanto tengo le dita incrociate, fatelo anche voi, capito?!?!?!?

Cosa mi sono vista

  

Chernobyl Diaries e the Visit sono i due film horror più inutili della storia del cinema.
Del primo salvo solo la fedelissima ricostruzione della città di Pryp'jat', tutto il resto è fuffa! Zero suspense, zero, splatter, zero effetti speciali, zero su tutti i fronti.
Del secondo salvo la nonna pazza scimunita e basta. Credo che M. Night Shyamalan dopo il successo de Il Sesto Senso si sia bevuto il cervello e probabilmente non si riprenderà mai più. Quindi è meglio che ci metta una bella croce, su di lui e sui suoi film.
Che dire invece di Nonno Scatenato? Bah... ne avrei fatto a meno se non fosse stato per Robert De Niro che è bravo pure quando deve fare il cretino e a sorpresa con Zac Efron forma un duo quasi decente, ma il film è quello che è, una specie di cinepanettone americano, piego di stupidaggini e allusioni sessuali.

  

Room l'ho visto il giorno dopo aver finito il romanzo. Meritatissimo l'oscar a Brie Larson, ma cosa non è Jacob Tremblay? Un piccolo divo, un talento da pelle d'oca, un cucciolo d'uomo in grado di risvegliare l'istinto materno di qualsiasi donna.
Vorrei fare un post Libro VS Film, ma posso già dirlo, qui non ci saranno né vincitori né vinti; libro e film finiranno con un bel pareggio!
Ho fatto anche un tuffo nel passato con un thriller del 1987, Il Patrigno. Io vado letteralmente fuori di testa per questi cult un po' datati, e devo dire che solo la scena d'apertura vale l'intera pellicola. Se amate la suspense e le storie ispirate a fatti di cronaca... be', recuperatelo!
E per finire, ho chiuso la settimana in bellezza con Titanic. Gente, mi serve un'esorcista, perché, giuro, non lo volevo rivedere, ma mi è bastato un fotogramma che il mio cuore ha fatto crack e non sono più riuscita a cambiare canale. Tra l'altro, ogni santa volta piango come una fontana! Uffa! Mi odio da sola! Voglio un epilogo alternativo in cui Jack non crepa. Ecco u.u

Alla prossima

12 maggio 2016

Wish List #2

Ritorniamo a curiosare nella mia wish list, sempre perché ho bisogno di consigli, in teoria per alleggerirla, in pratica... be' lo sappiamo come vanno a finire queste cose, no?
Oggi vado a rovistare tra i titoli young adult a tema fantastico, genere che adoro da un lato e detesto dall'altro. Adoro perché ai mix di romanticismo, avventura, distopia, paranormale (eccetera), non so resistere; detesto perché fanno sempre parte di una saga che non si sa mai se e quando finirà. E io odio vivere nell'incertezza °___°


Ma veniamo a noi 8)

  

Come potrete notare sono tutti titoli abbastanza recenti; in passato ne ho davvero fatto indigestione e le delusioni non sono di certo mancate, quindi ho deciso di tirare i remi in barca. Però se un libro di questo genere mi piace non ce n'è per nessuno sia chiaro, vado proprio in visibilio, e l'unica cosa che può smorzarmi l'entusiasmo è l'attesa biblica delle pubblicazioni successive.
Nella selezione che ho fatto però non siamo messi male, per ora nessuna serie è stata interrotta, quindi le probabilità che vedano una fine è discreta.
Half Bad parla di un mondo diviso dalla magia e da una guerra millenaria. Perché lo voglio? Be', appena leggo "magia", non lo nego, il mio cervello flippa su Harry Potter seduta stante, e anche se questo romanzo ha una storia completamente diversa mi ha affascinato da subito.
Stesso discorso per il Trono di Ghiaccio di Sarah J. Maas, in questo caso a farmi catapultare il libro in wish list è stata la protagonista che di mestiere fa... *suspense...* l'assassina! Come si dice... mica pizza e fichi!
Riguardo a Il Dominio del Fuoco invece sono stata titubante all'inizio. Temevo in un titolo troppo simile a Rebel, e avevo paura in un elemento fantasy dirompente, cosa che non mi aggrada per niente. Probabilmente ho preso una cantonata. Persone fidatissime non me ne hanno parlato bene, di più!
Il Dominio del Fuoco a quanto pare è scritto magnificamente bene, con personaggi caratterizzati in modo approfondito ed è un libro pieno di colpi di scena con una trama che ti attanaglia fino all'ultima pagina... insomma io sto ancora qui a cincischiare e non so perché u.u

  

Di Red Rising verrà tratto un film e se esce un film che voglio vedere è ovvio che prima devo leggere il libro. Questo romanzo sembra essere un mix tra Hunger Games e Il Trono di Spade, ma soprattutto quello di Pierce Brown è stato considerato un debutto indimenticabile, un libro fascinoso e drammatico (connubio a cui non so resistere) in cui le caste determinano il tuo destino e i tuoi diritti. Ovviamente i protagonisti appartengono alla più bassa e sempre ovviamente non sarà facile per loro camminare costantemente a testa bassa...
Be'... questo libro credo che avrà la priorità su tutti <3
Passiamo a Claudia Gray, un'autrice particolare e versatile per cui non mi sono mai strappata le vesti, ma questo mese non vedo l'ora di leggere Lost Star - il romanzo che ha scritto e ambientato nel mondo (ufficiale) di Star Wars - per cui, prossimamente su questi schermi, rischia di diventare la mia scrittrice preferita #latofangirl #capitemi
Comunque... Firebird parla di mondi paralleli... e... cioè... insomma... posso esimermi da una lettura del genere?! No, no e ancora no!
Per finire chiudo in bellezza con la saga dei ragazzi corvo. Raven Boys mi attrae perché parla di profezie, malefici, sfighe croniche e apocalittiche e lo sapete, datemi due protagonisti il cui destino è più nero della notte e mi fate felice. Però in questo caso credo che aspetterò la fine della saga, anche perché la mia postepay è in terapia intensiva. Il tempo che si riprenda...

Adesso tocca a voi? 
Consigli?

10 maggio 2016

Outlander, Season 2... facciamo il punto!


Outlander è tornato dal 10 Aprile. Anzi, Jamie è tornato! (di tutti gli altri cosa ce ne frega? 8)) Io invece sono in ritardo, e non so nemmeno che senso abbia parlarne adesso, a distanza di cinque puntate, ma il mio lato fangirl ha bisogno di esprimersi. Sento la necessità di fare il punto della situazione, quindi sopportatemi.
E' innegabile che il primo episodio sia uno di quei colpi al cuore inferti con particolare sadismo, in primis dalla Gabaldon e poi da Ronald D. Moore che ha pensato bene di squarciarci il petto, tirarci fuori il cuore e sbatterlo contro un muro. Grazie Roger, sei un amico...
Insomma... noi avevamo lasciato i nostri eroi cosi:


...magari un po' provati per tutto quello che avevano dovuto sopportare, ma pronti a ribaltare le sorti della Scozia andando in Francia.
Adesso qualcuno mi spieghi perché nell'ultima puntata della prima stagione Claire era abbracciata al suo Jamie e adesso ce la ritroviamo in Scozia nel XX Secolo al fianco di quella brutta faccia che è Frank 
Ok, avendo letto il libro so tutto, non dovete spiegarmi niente, ma vedere quello che ha sempre avuto solo un'immagine nella mia mente bacata non è stato per niente facile.
Comunque riassumendo. Claire è tornata nel suo presente alla vigilia di Culloden, e Frank si riprende tutto il pacchetto, felice e contento: moglie, bambino (non suo), corna (quelle sono tutte sue e le porta alla grandissima).

Frank si regge alla porta per bilanciare il peso delle corna
Fortunatamente dopo aver visto Claire in stato catatonico per mezzo episodio, inizia il lungo flashback che ci spiegherà come si è arrivati al tragico momento della separazione dal nostro suo amato scozzese. Ovviamente autrice e regista la prendono larga, ma a noi piace così:  più Jamie per tutte!
Questa stagione è in gran parte ambientata in Francia, quindi ragazze non potremo più intonare il nostro famoso mantra "sposta quel kilt", ma troveremo altro da dire. Tipo "sposta tutta quella stoffa che hai addosso", che è meno incisivo ma a noi è il fine che interessa. E il fine giustifica i mezzi, ricordiamocelo 
Detto questo passiamo alla seconda puntata, quella della defecazione e della depilazione.
Eh sì, Outlander è pura cultura. Adesso che i nostri amati protagonisti sono passati dalle stalle alle stelle, tra un piano e l'altro per mettere un po' di sale in quella zucca vuota del Principe Charles che come sappiamo istigherà la rivolta giacobita fino a sterminare gli scozzesi a Culloden (della serie non ne resterà nemmeno uno), fanno anche un po' di sana vita mondana. Così Jamie assiste alla vestizione del Re con tanto di bisogni su un trono ben poco regale e Claire si fa fare una ceretta total body sperando di risvegliare gli ardori del maritino. Sia il Re che Claire falliscono miseramente. Il primo è stitico da morire, la seconda ne ha di strada da fare per sconfiggere i demoni del povero Jamie che comunque ha apprezzato il tentativo 

alito pesante... bau!... gli restano tre giorni... bau!
La terza puntata è, al momento, quella più sottotono. C'è però da dire che nel romanzo tutta la parte ambientata in Francia l'ho letta senza troppo entusiasmo, mentre nella serie tv la seguo che è un piacere. In questo episodio si solidificano alcuni concetti. Jamie è ancora un uomo distrutto, ma poco alla volta cerca di uscire da quel luogo oscuro e desolato in cui Jack Randall l'ha buttato. Claire invece, ma lo sapevamo, non sa stare con le mani in mano e così va a fare del volontariato a l'Hopital des Anges dove incontra un antenato del dottor House, ovvero Bouton.
Bouton è un cane dall'olfatto sopraffino che individua in poche snaffate la sede del male. Uno smacco per Claire che per capire il tipo di malattia di una povera donna ne aveva assaggiato la pipì... cioè... ma che schifo! Ed è pure incinta! Poi che Jamie si incazzi ci sta... questa donna a volte due bastonate se le merita proprio!


Ma passiamo subito alla quarta puntata, la più intensa e interessante di tutte. Jamie e Claire finalmente ritrovano l'intesa perduta e lui le confida che dopo tanto dolore sente di aver ricostruito un piccolo rifugio in cui sentirsi di nuovo protetto. Claire invece gli confida che Jack Randall non è morto stecchito sotto le mucche inferocite (che pellaccia il maledetto!) e - ahahaha - Jamie se la ride che è un piacere. Lei, che si aspettava di vedere il marito ripiombare nell'oblio, non aveva capito niente! Jamie è felicissimo perché adesso potrà vendicarsi e nei suoi occhietti c'è una nuova e brillantissima luce (quella tipica di ogni pazzo omicida!)! Ma Claire, bravissima rompiballs, non vuole, non subito almeno (vedi quinto episodio), perché se Randall non ingraviderà prima la povera Mary, suo marito Frank non nascerà mai. E adesso, diciamocelo... ma a noi, che cespola ce ne frega di quello stoccafisso di Frank? 
Detto questo, continuano i preparativi per ribaltare le sorti della Scozia, ma tanto c'è poco da sperare, il primo episodio ci aveva già annunciato che tutto sarebbe andato a rotoli, quindi non ci resta che metterci comode e prepararci alla rovinosa fine di quei gran bei manzi che sono gli scozzesi delle highlander...

Alla prossima ^_^
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