31 ottobre 2017

Recensione, L'ACCALAPPIATORE DI BAMBINI di L. Voss e M. Edwards

Lettori buongiorno! Mamma mia, sto latitando peggio di Totò Riina prima dell'arresto, ma tra le varie cose di cui vi fregherà zero, mi sto preparando per il Lucca Comics e #nonvedolora <3
Oggi vi lascio alla recensione di un thriller letto questa estate. Siamo in autunno. Ma chi se ne frega. Per i thriller mica c'è una stagione xD

L'Accalappiatore di Bambini di Luois Voss e Mark Edwards

| AmazonCrossing 07/2017 | pag. 412 | € 9,99 |
Izzy è stata presa a casa sua.
Liam dall’auto della madre.
Frankie dalla sua cameretta...
L’ispettore Patrick Lennon sta indagando sulle misteriose sparizioni dei tre piccoli. Tutto è avvenuto in una tranquilla zona residenziale della periferia sudovest di Londra, e in pochissimi giorni. Il peggiore degli incubi per questi genitori, la paura più grande per ogni famiglia, una psicosi di massa ingigantita dalla spregiudicata voracità dei media.
La scoperta di un corpicino senza vita in un parco materializza l’orrore tanto temuto: Patrick sa che il tempo stringe, che in questa indagine nulla è come sembra, e che l’Accalappiatore di bambini non sarà una preda facile da catturare.

Voto:

È vero che in vacanza il tempo si dilata. Le giornate sono più lunghe, lo stress sembra un lontano ricordo, e godersi un romanzo ha un sapore tutto nuovo. Migliore.
L'Accalappiatore di Bambini l'ho finito in due giorni e due notti e se già avevo apprezzato Mark Edwards in Lei Che Ama Solo Me qui siamo a livelli decisamente superiori. Trama più articolata, personaggi pieni di sfaccettature, colpi di scena ben congegnati. Merito di un lavoro a quattro mani? Chissà...
Ma la cosa che mi ha maggiormente esaltata è che io mi affeziono raramente ai poliziotti, invece questa volta ho amato Patrick Lennon per tutte le 412 pagine. Un protagonista così complesso e dall'esistenza talmente tragica che alla fine mi è dispiaciuto dirgli addio. Poco invadente, capace di lasciare spazio a ogni singolo personaggio del romanzo, un investigatore tatuato dal cuore buono, un ex ragazzo dark, la proiezione del bambino che non può più permettersi di essere, quello con la testa tra e nuvole e gli occhi persi in un libro. Adesso, con una consunta Moleskine in tasca e la musica degli anni Ottanta nel cuore, cerca di riportare la luce nelle tenebre.
Edwards e Voss non lasciano niente al caso e le vicende personali di Patrick Lennon si amalgamano perfettamente al caso su cui sta lavorando. Bambini scomparsi. Bambini piccoli, tra i due e tre anni, strappati dalle braccia delle loro benestanti famiglie, senza che venga mai chiesto un riscatto.
Patrick ha fin troppo a cuore questo caso; anche lui ha una figlia e sa benissimo cosa significhino paura e morte. Il dolore lo accompagna, un dolore che porta il nome di sua moglie, rinchiusa in un manicomio criminale per aver tentato di uccidere la loro innocente Bonnie.
Un romanzo fatto di indagini, ma soprattutto di relazioni familiari, un thriller che non vuole essere solo investigativo e che è stato costruito attraverso vari piani narrativi che sembrano proseguire su un unico binario per poi deragliare e infine convogliare nell'inaspettato e chiarificatorio finale.
Ho trovato l'introspezione psicologica decisamente curata e anche le tematiche sono interessanti; malattie mentali, disturbi della personalità, semplici gelosie e oscuri segreti. Ci sono azioni macroscopiche capaci di non portare a tragiche conseguenze, al contrario, gesti innocenti possono causare la devastazione dell'anima. Adesso non vedo l'ora di ritrovare il poliziotto che ascolta i Cure ed è tifoso del Brighton alle prese con un nuovo caso. Voglio riaprire quelle crepe che anche nelle famiglie più perfette non possono non esserci. E sono le peggiori.

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15 ottobre 2017

Recensione, TUTTA COLPA DELLE MEDUSE di Ali Benjamin

Buona domenica lettori! Finalmente mi prendo un po' di tempo per me e per il blog e vi parlo di un titolo assolutamente adorabile che non potete perdervi!

TUTTA COLPA DELLE MEDUSE di Ali Benjamin

| Il Castoro, 21/09/2017 | pag. 317 | € 13,50 |

Suzy Swanson sa un sacco di cose che gli altri non sanno. Sa che ogni anno sulla Terra 150 milioni di persone vengono punte da una medusa. Sa quanto dormono le formiche ogni giorno. Ma, soprattutto, sa di avere fatto una cattiveria tremenda alla sua ex migliore amica, Franny Jackson. E vorrebbe tanto poter rimediare. Però sa anche che è impossibile, perché la vita di Franny è stata spezzata all'improvviso mentre nuotava nello splendido mare d'estate. Suzy non si dà pace e si convince che la causa sia stata la puntura di una rara medusa. Mentre decide di non parlare più fino a quando avrà dimostrato la sua teoria, Suzy comincia a guardarsi attorno con occhi diversi che le rivelano piccole sorprese e piccoli gesti, oltre all'amore e alla speranza di cui ha disperatamente bisogno per riuscire a perdonarsi.
Voto:


Lo dico sempre più spesso e ogni romanzo che esce è un'ulteriore conferma: quella del Castoro è una delle realtà editoriali per ragazzi che preferisco. Tematiche forti trattate con garbo e intelligenza, personaggi non facili, storie coraggiose, edizioni curate e traduzioni impeccabili. Non sono solita a fare sviolinate, ma quando ce vo' ce vo'!

Tutta Colpa delle Meduse ha per protagonista una dodicenne che forse, alle scuole medie, nemmeno io avrei degnato di uno sguardo. C'è un'età in cui non si è necessariamente cattivi, quanto indifferenti, esiste solo il proprio mondo che evolve in continuazione e non tutti hanno il privilegio di poterne far parte.
Suzy Swanson è una di quelle bambine con i genitori divorziati e nessuno con cui condividere la solitudine. Non ora almeno. Prima c'era Franny, loro erano Miss Creepy e Strawberry Girl, ma adesso la sua migliore amica è morta. Be', ex migliore amica, perché le cose hanno iniziato a cambiare prima che Franny annegasse, e nonostante gli adulti continuino a dirle che alcune cose succedono e basta, lei non ci crede e decide di trovare la causa di quell'effetto devastante che l'ha portata a non voler più parlare con nessuno. E dire che la chiamavano parla-sempre perché non riusciva mai a tenere la bocca chiusa... Adesso invece è tutto nella sua testa: pensieri, emozioni, progetti. E non vuole nessuno con cui condividerli, perché tanto nessuno la capirebbe.
Suzy è una di quelle ragazzine curiose che di cose ne sa tante, tipo che il cuore batte tre miliardi di volte se vivi ottant'anni e e che la maggior parte delle ghiandole sudoripare sono sulle piante dei piedi, ma non sa un bel niente di ragazzi e di moda; le manca il lasciapassare per potersi sedere al tavolo della mensa con le ragazze cool della scuola.
Tra la fine della prima media e l'inizio della seconda maschi e femmine cambiano pelle, ma lo fanno con tempi e modalità diversi. Suzy pensa di essere nel posto sbagliato del mondo e si abitua a guardare le persone di spalle piuttosto che in faccia, e sotto sotto non sembra soffrirne nemmeno troppo di questa cosa (Frenny a parte), perché sono gli altri a essere cambiati, non lei. Ed è incredibile come l'autrice riesca a farti provare empatia per una dodicenne piena di colpe e difetti, perché per quanto Suzy sembri una vittima in più di un'occasione, non lo è sempre. Spesso è lei a ostruire muri invece che abbatterli. Ed è sempre lei a voltarsi dall'altra parte, a rifiutarsi di vedere e sentire. Lei che è fragile, ma anche intelligente, razionale e fin troppo intraprendente pretende di comunicare con un linguaggio che non a tutti è comprensibile. Si convince che Franny non è morta perché a volte le cose succedono e basta, secondo la sua teoria è stata punta da una medusa. E sarà la ricerca di questa verità ad andare di pari passo con l'emotività di una ragazzina che si aggrappa alla scienza per sfuggire a una realtà assurda, priva di una logica spiegazione.
Il veleno è una difesa. Più fragile è l'animale e più a bisogno di proteggersi. Perciò, più veleno ha una creatura e più dovremmo riuscire a perdonare quell'animale. È lui quello che ne ha più bisogno.
Un romanzo straordinariamente onesto che attraversa vari gradi di solitudine affrontando il dolore della perdita con grandissima sensibilità. Bellissimi i rimandi a personaggi reali, come Jamie Seymour e Diana Nyad (esperto di tossicologia e campionessa di nuoto sulle grandi distanze) ma bellissime soprattutto le tante curiosità sul mondo marino e terrestre. Ali Benjamin ci aiuta a guardarci intorno con più stupore, ci insegna a non cercare necessariamente un perché a tutto, ci toglie le vecchie difese per offrircene di nuove.  
Sono questi i libri che piacciono a me. Semplici, ma profondi come il mare. Delicati, ma pericolosi come le creature che lo infestano.

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